SANGUE SUL TEVERE - Storie di serial killer, valigie e canari
(Recensione a cura di Ilaria Dello Russo )
SANGUE SUL TEVERE
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Storie di serial killer, valige e canari
Fabio
Sanvitale, Armando Palmegiani, Vincenzo Mastronardi
Ediz. Sovera (2014)
La Criminologia e la
Criminalistica confluiscono nell' analisi convergente di fatti storici che
verificandosi negli anni e restando indelebili nella memoria non saranno
dimenticati.
Il Tevere
nasconde misteri che seppur svelati non occultano perplessità ed
interrogativi che destano curiosità in Armando, esperto della scena del
crimine, ed in Fabio, giornalista investigativo.
A bordo di una vespa essi ripercorrono le vie del fiume che li conduce al
Quartiere della Magliana, sorto da abusi edilizi dal 1988 e noto per la
scomparsa ed il ritrovamento poi del cadavere depezzato e carbonizzato di
Giancarlo Ricci, netturbino romano, nato nel 1961, pregiudicato per furto,
soprannominato " Er Puggile".
Le deposizioni di Fabio Beltrano, amico di Giancarlo,
e di Pietro De Negri, trentenne tosacani presso il negozio "Mambly "
e conosciuto come " Er Canaro ", appaiono incongruenti e l' analisi di un
memoriale desta particolare attenzione.
Armando e Fabio, attraverso la consultazione di fascicoli e con la
collaborazione del Professore Mastronardi, evidenzieranno la
contrapposizione di due personalità complesse e forse psicopatologiche,
caratterizzanti quella della vittima e quella del suo assassino, che
rovesceranno un rapporto sadomasochista in cui non sarà facile determinare
il carnefice.
I tasselli da riordinare e le piste da seguire sono molteplici.
Il depezzamento di cadavere è "un
oltraggio alla sacralità del corpo" che caratterizza anche la storia
di due grosse valige individuate alla Stazione Centrale di Napoli ed in
quella di Roma Termini (Novembre 1932).
La vicenda coinvolge la figura di Paola Gorietti, cameriera di una buona
famiglia romana, ed indaga un uomo baffuto carismatico e manipolatore ,
divulgatore di annunci matrimoniali, dal nome di Cesare Serviatti.
Arduo sarà riordinare temporalmente i diversi delitti rinvenuti ed
interessante si svelerà la scoperta del movente.
L'attenzione di Armando, di Fabio e del Prof. Mastronardi si sposta infine
nel Luglio 1969, quando due bambini sobbalzano alla visione della testa di
un uomo di 35-40 anni, che presenta ferite lacero-contuse ed è staccata dal
tronco.
L' identificazione successiva di un braccio umano tatuato e di due sacchi
maleodoranti nei pressi di un canneto lungo le sponde del Tevere aprirà le
indagini che si concentreranno poi nell' appartamento sito al primo piano in
Via Cutilia .
Incisive si rivelano le testimonianze dei vicini dell' abitazione,
particolarmente quella di Luigino Lovaglio , 12 anni, figlio di Teresa
Poidomani , prostituta e moglie di Graziano Lovaglio.
Tracce di sangue, colonie di larve esaminate dalla Polizia Scientifica,
bombole da sub, mani fasciate: Indizi o prove ?...
La ricostruzione del modus operandi e la ricerca del movente condurranno
alla struttura dominante e manipolativa della personalità del "Mostro del
Tevere".
Alla luce delle vicende delittuose, il concetto di "normalità" è opinabile e
travalica l' accezione comune e consueta che lo definisce.
Ilaria Dello Russo - Collaboratrice Criminiseriali