CRIMINISERIALI.IT

PRESENTAZIONE

CRIMINISERIALI.IT è un sito a scopo divulgativo,riguardante,a dispetto del nome, non solo i fenomeni di serial-crime, ma tutto ciò che abbraccia la criminologia e lo studio della criminalità.   [ read more ]

Centro Studi & Ricerche in Psicologia Clinica & Criminologia

Costituitosi nel 2007 con sede in Napoli, il Centro Studi promuove iniziative di Formazione e Ricerca inerenti le Scienze Criminologiche e Forensi. [ read more ]

Links

Pagina Facebookseguici su Facebook

links e siti partner Links e Siti Partner

HOME   ARTICOLI   EVENTI  BOOKSHOP   CONTATTI

Volo Germanwings & Effetto Werther - Considerazioni Scientifiche/Psicosociali (di F. Delicato)

Volo Germanwings & Effetto Werther -
considerazioni Scientifiche/Psicosoiali circa le conseguenza della copertura mediatica del caso

Circa la tragedia del Volo Germanwings si è scritto molto e si è analizzato sotto molti punti di vista l'accaduto, in particolar modo l'autore del gesto il copilota del Volo in questione.
I media da giorni inondano con servizi TV, giornali e un mare di articoli in internet la popolazione mondiale che giustamente deve essere informata sui fatti. Tralasciando le polemiche sull'etica del giornalismo e sulla Corretta Informazione Vs. Sensazionalismo (per vendere una copia in più o ricevere qualche click in più) vorrei porre l'attenzione su una questione ben diversa, ovvero circa conseguenze di questa eccessiva copertura mediatica sulla popolazione globale.

Per fare ciò, faccio un passo indietro al 1974 quando un ricercatore dell'Università della California David Philips postulò il c.d. "Effetto Werther".
Il fenomeno prende il nome dal romanzo di Goehe " I dolori del giovane Werther " ed il fatto che il suicidio del protagonista del romanzo (mi si perdoni lo spoiler per chi non avesse letto il libro, mi era necessario) ebbe una fortissima risonanza, visto anche il grande successo del testo, ma si rilevò anche un forte aumento del numero di suicidi emulativi in tutta europa tale che in molti paesi le autorità ne vietarono la libera circolazione e/o la vendita.
Il lavoro di Philips ricontestualizza questo fenomeno in tempi moderni; dalle sue ricerche si evince che subito dopo un suicidio da prima pagina la frequenza di suicidi aumenta drammaticamente nelle zone dove la diffusione della notizia ha avuto molta risonanza con particolare correlazione fra spazio dedicato alla notizia e numero di suicidi imitativi.
Nella seguente figura vi è un grafico molto esplicativo del lavoro di Philips :


tabella 1

Dati più recenti indicano che la stessa correlazione di questo grafico (basato su notizie di quotidiani americani tra il 1947 ed il 1968) vale anche per le notizie Televisive (Bollen e Philips 1982; Gould e Shaffer 1986; Schmidtke e Hafner 1988)
Purtroppo le considerazioni in merito all'argomento non finiscono qui.
Il Prof. Robert Cialdini in numerosi scritti (R.B.Cialdini 1984, 1993) avalla e spiega coerentemente gli studi di Philips in chiave Psicologico-Sociale utilizzando il concetto di "Riprova Sociale". Utilizzando tale concetto si comprendono molto bene i dati forniti dalle ricerche di Philips citati ed anche gli ulteriori dati e considerazioni circa una correlazione tra "incidenti mortali" e le notizie di un suicidio clamoroso.
Secondo Philips questa correlazione è spiegabile nella misura in cui molti incidenti mortali (automobilistici, aerei etc.) possono essere "mascherati" e sottendere invece ad una volontà suicidiaria dell'autore del gesto. Per cui alcuni di questi incidenti non dovrebbero essere annoverati tra i semplici incidenti stradali ma come veri e propri suicidi. Purtroppo non è facile e agevole differenziarli possiamo solo fare inferenze statistiche circa il numero di incidenti prima e dopo l'evento clamoroso.
Nella seguente figura i grafici che evidenziano il fenomeno.

tabella 2


Come risulta da questi grafici il pericolo maggiore esiste 3/4 giorni dopo la diffusione della notizia; in seguito vi è un breve calo e poi un ulteriore picco a circa una settimana di distanza. Dall'undicesimo giorno in poi non ve ne è più traccia dell'effetto.
Cialdini (R.B.Cialdini 1984, 1993) sottolinea come le ricerche in merito a partire da quelle di Philips dimostrino che il fenomeno della riprova sociale è tanto più evidente quanto più ci si può identificare nell'autore del gesto; infatti nelle ricerche citate, quando a suicidarsi era un giovane , alla notizia seguivano principalmente suicidi (o incidenti sospetti) di giovani della stessa fascia di età o comunque con forti affinità. Per converso quando la notizia riguardava persona Adulta i suicidi seguenti erano prevalentemente di adulti con delle forti similarità, e non di giovani! 
Tanto è potente questo fenomeno psicosociale che non solo i suicidi ma anche notizie molto violente influenzano la popolazione portando anche a casi clamorosi. Ciò è prova di quanto ciò che è simile a noi, o che consideriamo tale, possa influenzare le nostre azioni ( la prevalenza di suicidi seguiti al clamore del libro di Goethe su citato, era in forte correlazione per fascia di età con il protagonista, Werther).

Al termine di questo ragionamento, e tenendo presente le ricerche citate (e molte altre che per brevità non lo sono state) ritengo preoccupante l'enfasi che si attribuisce ad eventi del genere ed in particolar modo in questo caso : se è vero che il fenomeno (aumento di suicidi/incidenti seguiti a notizie del genere) ha più  effetto in zone in cui la notizia ha avuto massima diffusione, ebbene in questo caso la zona di massima diffusione (con dovute eccezioni territoriali) è IL MONDO INTERO!
Sarà pressoché impossibile monitorare e indagare sui suicidi/incidenti sospetti su di un territorio così vasto, ma l'effetto Wherter ci da una amara sicurezza : essi ci saranno (e alcuni saranno già avvenuti) e nessuno (o quasi) li metterà in correlazione, anche solo per ipotesi, con il fatto in questione.


Dott. Fabio Delicato
Psicologo, Psicopatologo Forense, Criminologo
CTU e Perito presso il Tribunale di Napoli